Al giorno d’oggi, la figura del food traveller è ricca di sfaccettature e i più esperti potrebbero darne tranquillamente una definizione (online non ne ho trovate, ahimè).
Su questo blog li definiamo gli esploratori del gusto, cioè coloro che si spostano quasi esclusivamente per vivere un’esperienze gastronomica.
A questo proposito, il “Food Travel Monitor del 2016” ha definito che il 93% dei viaggiatori rientra tra i food traveller. Si tratta di una percentuale molto alta perché nel conteggio rientrano tutti quei viaggiatori che almeno una volta l’anno programmano di spostarsi da casa per vivere un’esperienza con il food.
Siamo quindi un po’ tutti food traveller.
Ristoranti e hotel devono leggere questo dato con un altro spirito. La comunicazione e le strategie devono essere riviste, le tecnologie da usare devono fare il salto di qualità e l’approccio al mondo digital deve essere un must. Perché dico tutto questo? Scopriamolo assieme.
Food traveller e turismo alimentare
Secondi i dati, il food traveller è una figura capace di spendere fino al 35% del budget di viaggio in cibo e bevande.
Contando che siamo ormai abituati a dedicare molto denaro in viaggi di piacere possiamo concludere che il turismo alimentare rappresenta un’ottima fonte di guadagno per ristoranti o hotel con ristorante che si trovano in zone turistiche.
Questo dato non è solamente importante per albergatori e ristoratori ma anche per produttori, fornitori e altre figure che hanno a che fare con i generi alimentari.
Dico questo perché un altro dato proveniente dal turismo ci dice che oltre il 70% dei food traveller sceglie il ristorante con menù locale/regionale.
Sono informazioni importanti e che ci dovrebbero far riflettere; nei prossimi paragrafi fornirò alcuni consigli per ristoratori e albergatori.
Prima, però, altre premesse.
Lo sai qual è il social che più amano i food traveller? Chiaro, Instagram. Quando si trovano di fronte ad un bellissimo impiattamento o semplicemente per ringraziare il ristorante dell’ottimo pasto, la condivisione sui social diventa quasi automatica.
Tendenza che non funziona solamente per i ristoranti ma anche per food tour, fiere del gusto, degustazioni di vini (tanto che si parla anche di wine food traveller).
Lo sai che dal 2018 è stato istituito il Food and travel award? Premia ristoranti, cantine, hotel, vini, prodotti tipici e molto altro, in base ai voti che sono pervenuti dai lettori del sito web della rivista.
L’approccio dei ristoranti all’avvento dei food traveller
Il food traveller viaggia per scoprire le ricette locali, le tendenze enogastronomiche e le materie prime che caratterizzano una regione.
Abbiamo la fortuna di vivere in uno dei Paesi più belli al mondo, sia in termini di arte che per quanto riguarda la buona cucina. I nostri piatti sono invidiati e replicati (male!) in tutto il mondo. Quindi quello che mi chiedo è…
Quale potrà essere l’approccio di un ristorante che nasce in zone turistiche?
La comunicazione online ed offline di un ristorante dovrà mettere in risalto i prodotti che la nostra terra ci mette a disposizione.
Il turista del food metterà sempre in prima posizione un ristorante che predilige i prodotti tipici. Un ristorante si può proporre come promotore di una giornata all’insegna del gusto e delle bontà locali.
Trovare la formula giusta potrebbe richiedere del tempo e un investimento di denaro: a questi va poi sommata un po’ di creatività (che non deve mai mancare).

La comunicazione degli hotel al tempo dei food traveller
Anche gli hotel hanno modo di reinventare la propria comunicazione, in particolar modo quelli che dispongono di un ristorante annesso.
Un food traveller è un appassionato di social network (in genere): “spiando” i suoi social, ci sono molte probabilità di scovare foto di cibo, i piatti preferiti e si ha la possibilità di capire se è un appassionato di colazioni ultra-golose.
Un hotel può organizzarsi sotto questo punto di vista e far trovare in camera un assaggio dei prodotti locali, dei biscotti, dei cioccolatini… In base alle preferenze della clientela.
Questa sorpresa dovrà essere accompagnata da un cartoncino che rivolge il benvenuto e che accompagna le scelte del food traveller alla scoperta degli altri servizi che la struttura alberghiera può offrire.
Se è appassionato di colazioni si può proporre la colazione in camera, se invece è alla ricerca di piatti tipici locali, bisogna marcare la comunicazione sull’utilizzo dei prodotti stagionali locali anche all’interno dell’hotel.
Questa comunicazione, come detto in precedenza, dovrà essere presente sia offline (comunicazioni scritte in camera) sia online (sito web e canali social).
Il food traveller si sentirà coccolato e stimolato a condividere l’esperienza positiva suoi propri profili social. A questo punto è importante indicare i contatti social dell’hotel così da ricevere un eventuale tag (pubblicità gratis, fa sempre piacere, no?).
Un nuovo modo di comunicare, non solo per ristoranti e hotel…
Ci siamo avventurati in un discorso generico ma quello che ci tengo a puntualizzare è che non sono solo ristoranti e hotel a dover “sfruttare” l’avvento dei food traveller.
Ecco un elenco delle attività che potrebbero essere stimolate a rivedere la propria comunicazione:
- scuole di cucina;
- attività che pubblicizzano food tour;
- botteghe di prodotti locali;
- caseifici;
- fattorie;
- birrerie;
- cioccolatai;
- cantine;
- fiere a tema food;
- piadinerie, hamburgerie, pollerie…
Mi fermo perché potrei andare avanti per giorni.
Spero che il messaggio sia passato: il food traveller è una figura da stimare, apprezzare, con il quale comunicare e nel migliore dei casi da ospitare.
In uno degli ultimi articoli ho parlato anche dei food influencer. Approfondisci l’argomento!
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